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33a Carate tra il verde e l'antico (e il quesito della Susy)

Dall'attimo in cui sono riuscito a intravvedere il tendone dove fare l'iscrizione, da quel momento mi sono sentito crescere dentro un no enorme, di quelli con tante o, un no con tante o che dici e pensi, le o, intendo, ma non le scrivi, tutte quelle o, perché la lingua ha le sue regole e il correttore ortografico è un baluardo che merita consenso. E poi me lo immagino, all'ultima o di quel no enorme sarà seguito un madonna e qualcos'altro. Magari l'ho pure qualificata con un aggettivo forte, la madonna. Forse, addirittura, ne ho usato più d'uno. Ma questo non lo ricordo con precisione. Ricordo bene, questo eccome se lo ricordo, che in quel momento mi son tornate in mente le parole di Aldo Atomik Flea, ché lui me l'aveva detto che ci sarebbero state moltissime persone a Carate e che era il caso di andare al Maxisport a fare l'iscrizione il giorno prima. Ma io al Maxisport più vicino, quello di Lissone, vicino solo, si fa per dire, 27 Km da casa, io fino a lì non c'avevo mica voglia di andare, il sabato prima. E quindi ho scelto di svegliarmi molto presto, il giorno della corsa, e incrociare le dita.
Alla fine ha funzionato, ché la gente davanti al tendone per l'iscrizione era sì tanta, ma lì a chiacchierare o in altro affaccendata. Però la visione di quell'orda di podisti dall'alto della collinetta e la paura di dover passare troppo tempo in coda con la carogna dell'Aldo sulla spalla a ricordarmi che te l'avevo detto io, quel paciugo di brutte sensazioni m'ha rovinato un momento bello. Perché poco prima di arrivare al tendone mi son sentito preso per un braccio, mi son girato e un tizio mi ha detto ciao. Anch'io gli ho detto ciao, che pure nel dubbio un ciao non sono solito rifiutarlo. Ma il mio ciao era di quelli che capisci subito che qualcosa non ti torna. Lui, evidentemente sveglio il giusto per capire, mi dice che mi conosce e, sulla scorta del mio sguardo tra il basito e l'interrogativo, continua. Mi dice che lui mi conosce, però, in effetti, noi non ci conosciamo.
Lui mi conosce però (in effetti) noi non ci conosciamo. Questa è roba da quesito della Susy.
Sì, non ci conosciamo, continua, ma ti vedo sempre correre al Forlanini. Vero? Cazzo, vero, penso io. E cosa ci fai, qui? (a oltre 30 chilometri dal Forlanini), rispondo. Io ci abito, qui, dice il podista brianzolo. E tu, anche tu abiti da queste parti? No, io abito dalle parti del Forlanini. Balbetto qualcosa che suona tipo ma scusa, tu abiti qui (a 30 Km di distanza) e alle 6 del mattino, che è ancora buio e non ci sono in giro manco le nutrie, alle 6 vai a correre al Forlanini? Lui mi toglie dall'imbarazzo dicendo che lavora lì vicino e che corre prima di iniziare il turno. Mito assoluto, penso.
Continuo ad avere negli occhi l'immagine della marea di gente che immagino davanti a me nella coda e lo rimando a più tardi, lungo il percorso. Oppure, alla peggio, al Forlanini. Lo liquido, insomma. E me dispiaccio terribilmente. La paura fa fare grandi errori, errori che spero di poter arrangiare già alla prossima uscita. Con una spilletta o con qualche chilometro insieme.

La corsa: bella, con qualche tratto del percorso à la Jackass e condito con discese sui sassi bagnati dei boschi della Brianza e salite su gradini alti fino a metà tibia che non puoi far altro che camminare. Arrancare. Bella, da fare attenzione alle caviglie, ma bella. Nel vero spirito della Tapasciata. Arricchita da musicisti che suonavano lungo il percorso e dagli innumerevoli Over 70 per i quali la mia stima sarà sempre massima anche se, spesso, nei passaggi più complessi, tipo ponticelli senza balaustre o binari con fango da una parte e pure dall'altra, son lì in mezzo ai piedi che ti devi fermare per non travolgerli. Io li amo quei vecchi lì. Vorrei essere come loro, alla loro età, vorrei avere ancora la loro stessa passione per la corsa e la forza nelle gambe per alimentarla. Non scherzo.

E poi, vero motivo che mi ha spinto fin lassù quando potevo tapasciare comodamente a Peschiera de dre al castel, Aldo e Daniele. Aldo è amico di vita, Daniele un suo compagno di scuderia con il quale abbiamo corso insieme (insieme si fa per dire, già che quando decide di correre non lo vedi più) l'edizione 2013 della Stradesio. Grazie perlopiù ad Aldo, non abbiamo smesso un solo attimo di parlare, neanche quando la salita tirava forte: ci siamo rodati col tema corsa e, passando per l'elenco dei nomi di paesi al participio passato (Carate non per ultimo) di cui è piena la Lombardia, siamo arrivati fino a vette inimmaginabili (per una gara podistica) quali le stock option e articoli assortiti della Costituzione. Di figa non s'è parlato. Ed è davvero strano quando c'è di mezzo l'Aldo.

La Kirghisia, infine. Per qualcuno, specie il nostro amico (comune a me e Aldo) Omar, la Kirghisia è stata un sogno a occhi aperti. Il sogno nobile di un mondo migliore, dove... in ogni settore, pubblico e privato, non si lavora più di tre ore al giorno, a pieno stipendio, con la riserva di un'eventuale ora di straordinario. Le rimanenti 20 o 21 ore della giornata vengono dedicate al sonno, al cibo, alla creatività, all'amore, alla vita, a se stessi, ai propri figli e ai propri simili..." (prima lettera dalla Kirghisia).
Io non so se un giorno smetterò di essere un podista anonimo, libero, non tesserato. Nel caso, tra le primissime opzioni, non importa se le Tartarughe della Kirghisia sono di base a decine di chilometri da casa mia, io, dovendo scegliere un gruppo sportivo, probabilmente sceglierò quello. Sicuramente, vestirei con orgoglio quella maglia. Condividendo, magari anche con Omar, una volta un atleta e domani chissà, un sogno che non si realizzerà mai. Un sogno che, in ragione di questo, sarà per sempre.

E' la mia volta!

13/10/2013 La prima non si scorda mai!


Dopo un anno di preparazione tra alti e bassi, finalmente arriva il 13 ottobre! Ad 1 anno esatto dall'incontro con Ale e il 100% Run. Io ero il tipico esempio di corsetta 'una tantum', non più di 5-6 km velocità (?) bradipo, giusto per mettere a posto la coscienza dopo mangiate epocali! Si perché, piccola piccola, ma nel mio stomaco ci entra di tutto. Nel marzo 2012, decido di dare una svolta alla mia vita sportiva e affronto il running, dopo anni di sola acqua (istruttore nuoto). Affascinata dal concetto minimalista, riesco a farmi regalare un paio di Vibram 5 finger - Bikila. La sensazione è bellissima nell'indossarle (niente più dolori alle mie ginocchia valghe, scompaiono anche quelli ai flessori della coscia sull'anca!), ma nonostante le 'istruzioni d'uso' faccio un passaggio veloce (20gg, davvero poco), forte del fatto che correndo brevi tratti, sarà mica un problema! Sprovveduta e falsamente ingenua!!! Ho iniziato a transitare da momenti superdinamici, a settimane bloccata per traumi al dorso del piede, metatarsiti, distorsioni... fino al completo indebolimento e parziale cedimento della volta plantare. A settembre 2012, in uno dei numerosi fermi, vengo indirizzata al 100% Run, Asd della storica 100 Torri Pavia (che solo per titoli, fa figo anche solo nominarla). Durante l'estate precedente, esaltata comunque dalle mie 5F, avevo raggiunto una distanza di 16-18 km, ma ad una velocità inquietante. In realtà era un trascinarsi dal 13mo, considerando poi che il mio passo medio era 6.10-6.15!!!Medio!! Rabbrividiamo. Ma soprattutto avevo la netta sensazione di non riuscire ad incrementare la distanza. Ci voleva una guida! Vado ad incontrare Alessandro Preda, l'allenatore... dove? Ovviamente al campo di atletica (Coni) di Pavia. Già solo l'idea mi spaventava: un allenatore, su una pista... potevo ancora rinunciare. Poi mi sono detta 'vado solo a vedere'. 
Insieme a Mirella (anche lei piena di buone intenzioni, come il lunedì dell'inizio dieta...), Ale ci accoglie, tra i ragazzi che stavano finendo di allenarsi. Guardavo loro e ovviamente cercavo di confrontare lo stato di forma, tempi (la mia era 'velocità statica'), umori. Un po' tanto in down osservavo, mentre riportavano le loro sensazioni... man mano si accorgevano di noi, salutavano e la domanda era 'nuove?'. Poi nel notare la nostra aria preoccupata, iniziavano ad arrivare 'ci siamo passati tutti, tranquille!', 'dai è solo questione d'iniziare!' Il tutto non mi sembrava più così lontano, anzi l'atmosfera invogliava a provarci. Ale per tutto l'inverno oltre a fornirmi allenamenti mirati, era sempre lì a supportare e ridimensionare le innumerevoli delusioni su tempi, allenamenti inconcludenti, le tanto odiate ripetute successivamente amate... la mia prima mezza doveva essere la Stramilano 2013. Avevo la media dei 30km la settimana, con lunghezza max 18km. Uscita con qualsiasi condizione atmosferica per tutto l'inverno, potevo farcela! A due settimane dalla gara, sindrome del piriforme! non riuscivo ad appoggiare il piede. Un dolore mai provato a livello sacrale, irradiato a tutto il gluteo... fino all'ultimo ho tentato disperatamente, ma niente, invano... sono implosa... un inverno intero a prepararmi, per poi dover abbandonare... lo sconforto aveva preso il sopravvento. Dopo un mese di fermo, comincio ad uscire di nuovo, e l'Ale sempre lì a sostenermi, tra interpretazioni e snocciolamenti sull'incapacità del gestire le sconfitte... riparto e con Ale fissiamo nuovamente una gara, 13 ottobre Carpi- Maratona D'Italia - la mezza! di nuovo si ricomincia. Durante l'estate un lento mantenimento, troooooppo caldo! Anche alle 5 del mattino! A Settembre 2013 mi si stravolge la logistica quotidiana. Ad aprile avevo partecipato alla selezione per entrare a Podologia in Svizzera e magia di tutte le magie, passo la selezione! Il 2 settembre inizio le lezioni. Per le prime due settimane riesco ad allenarmi regolarmente, dalla terza in poi, disastro... inizio la vita da frontaliera fino a data da destinarsi... tempo non ne ho. Tranne la domenica, dove posso farmi il lungo, il resto della settimana è impossibile. Ma la mia mente malata partorisce la soluzione. Scendo a Sesto San Giovanni e corro a piedi verso casa a Milano (più o meno metà via Padova). Così ho almeno due allenamenti infra settimanali... Ci sono riuscita per due settimane prima della gara! E qui inizia domenica 13 ottobre 2013! Partenza da Pavia ore 6, bisogna essere a Carpi per le 8. Tutto sotto controllo: ritiro pettorale, zompo sulla navetta e griglia di partenza da Maranello alle 9.30. Certooooooo... vero! manco un decimo! Arriviamo per le 8.10 azz, davanti al punto navetta c'è già un folto gruppo di atleti incazzati... nessuna navetta. Vado da un gruppetto di organizzatori che mi dice 'non puoi più ritirare il pettorale'. La calma viene sostituita dallo sconforto e disperazione in tempo zero. Guardo Carlo, amico accompagnatore, super-marito della Dani, nonché sostenitore delle mie improbabili imprese... Tra le lacrime 'non posso correre! ' Mi informano che i pettorali erano da ritirare a Maranello il giorno prima. Mostro le istruzioni scaricate dove indicavano anche Carpi il giorno della gara. Così presi da un senso di colpa, mandano Cris (o Elena) a prendere i pettorali, che comunque sono a Carpi (???????). Intanto gli atleti iniziano ad insultare i responsabili presenti; la navetta non si vede... e nemmeno il mio pettorale, ma le 8.30 si! Ci vogliono almeno 40' per Maranello. La gente è al limite. Arriva un piccolo pullman ma la metà resta giù; assicurano che dietro ce n'è un altro. Ma nel frattempo arriva il mio pettorale! Nessun pacco gara, chi se ne frega! Applico il pettorale togliendo felpa e tutto l'inutile. Cambio le v5f bikila, indosso quelle più sensibili, le Sheeya. Cazzarola (beeeeeep) ci sono 8°... neanche alle 5 del mattino a Milano ci sono 8°!!!!! Intanto le mie v5f iniziano ad incuriosire i presenti, distraendoli. Inizio con l'indottrinamento barefooting (per me un credo!) e nel frattempo arriva il pullman. Tutti su e si parte 8.45... la gente comincia ad incitare il Cocchiere, il quale avendo destinazione Maranello, è già come fosse in fase di test Ferrari. Il timore assai fondato è per tutti, che non si farà in tempo a lasciar giù le borse ed essere sulla griglia in 5'... 'cocchiere vaaaaaii'. Gli insulti all'organizzazione sono oramai al limite, ma riusciamo ad essere a Maranello alle 9.25. Se non fosse che... la polizia locale aveva già chiuso il tracciato, noooooooo!!!!!! Gli skaters erano già partiti. Impossibile! Io alla mia prima Mezza, ero già stanca e in down ancora prima di essere in gara. Ma quanto mancherà alla griglia? ? Cocchiere 'Naaaaaaa, 200mt girando a sinistra'; quindi tutti di corsa con zaini, borse ed accessori... ma sarebbe stato troppo bello... la griglia era a 800mt!!! Tra il ridere, lo sconforto e l'incazzo, corriamo come disperati. Arriviamo sulla griglia alle 9.34, ma sono tutti lì ad aspettarci! Lancio delle borse sui camion e via. Sono sulla griglia cazzo!!!! È la mia ora!!! E cominciano a farmi foto alle scarpe...!! Sono troppo felice, a tratti il pensiero fulmineo è '21... sicura??' ma lo rimuovo in tempo 0!!! Start! Partiti! Il tempo di sfoltire la griglia e iniziamo a correre. Abituata a correre sola, tutte quelle persone era come se m'intralciassero e ahimè comincio a scattare in avanti... sigh... il mio pensiero era 'dai però, questi sono dei fermoni! Pensavo di essere messa peggio...' illusa, principiante e sboronaaaaa!!!!!! I primi 5 km vanno via lisci, continuo a lasciarmi dietro gente, ma poco conta. Transito dal ristoro afferrando al volo una bottiglia e proseguo non curante. Mi accodo ad un gruppone a fatica... fatico ad andare così piano, ma continuo a ripetermi 'devi andare piano' sapendo che non sarei riuscita a mantenere un passo elevato per tutta la gara, resisto per un po', tanto da arrivare al 10mo. Oramai ho perso il conto di tutte le persone che mi domandano 'ma come ti trovi con quelle scarpe? ma le articolazioni? le ginocchia?' con sorrisi e tutta la convinzione possibile, cerco di convincere in pochi secondi i curiosi. Un signore, un atleta, mi ha colpito. Il classico over 60, podista da una vita, altissimo, arriva da dietro silenzioso, mi affianca, e sostenendomi da un braccio, mi dice ' ti ho visto arrivando da dietro, l'appoggio è molto buono, lascia parlare tutti e continua! sei coraggiosa! brava!'... e scivola via con una falcata da stambecco...!!! Passo dal ristoro e anche qui prendo una bottiglia al volo senza fermarmi. Qui inizia il susseguirsi di errori (come se non ne avessi fatti prima): mi stacco dal gruppo per un paio di km, forse 3 e inizio a sentire che devo, devo, rallentare. Sento l'esigenza di qualcuno che mi faccia da rabbit. Il gruppone è ancora dietro, decido di rallentare ulteriormente e aspettarlo. La sensazione dell'imballarsi è brutta, ma io iniziavo a sentire l'affaticamento, quindi mi lascio andare. 15km ristoro, il gruppo sta arrivando e si dispongono per il beveraggio. Mi devo fermare, devo per poter bere di più (non riesco a bere decentemente correndo!). Mi fermo, prendo una bottiglia e inizio a bere, poco alla volta e intanto arriva il gruppo... non si fermano, afferrano le bottiglie e passano... fanno i 42!!... mi aggrego! Credo di aver assistito/vissuto una tipica esperienza mistica, con l'apparizione di tutti i Santi, anche quelli non riconosciuti dalla Santa Sede, seguiti dalle diverse apparizioni di tutte le varia Madonne, comprese quelle piangenti, rincorse dai soliti nanetti da giardino, con espressione indicante 'tanto fa finta'... a quel punto ho pensato 'se vedo la luce bianca in fondo, resisto fino a che non mi vedo dall'alto!'. Dopo i tre km più lunghi della mia vita (era il 18mo), ho dovuto lasciar andare il gruppo e rallentare brutalmente. Un dolore assurdo mi aveva preso i glutei, volevo semplicemente morire, ma continuavo a correre piano, non mollavo! Mi si affianca un tizio, che non dice niente... corriamo in sofferenza, ma ha il mio passo! Siamo a Modena, deve esserci il punto spugnaggi... io non avevo la spugna e nemmeno il mio socio, quindi nel passare, senza fermarci, ci buttiamo acqua su viso e le uniche parole furono 'acqua...'. Al 20mo ci deve essere il ristoro, deve... ad un certo punto, nel pieno della sofferenza, il percorso si addentra nel centro della città, benedetti ciotoli... ora il mio passo oltre che lento sembrava quello di Willie il Coyote, quando in cima al dirupo, rimane in bilico sull'alluce, per non precipitare... con la differenza che io compivo questa danza per passare da un ciotolo all'altro!!!! Ci obbligano al passaggio in un ingresso molto ampio... una musica di una banda... nooooooo!!!! Siamo magicamente all'interno dell'accademia di Modena, passiamo in mezzo al cortile e... PICCHETTO D'ONORE CON I CADETTI da entrambi i lati che applaudono al nostro passaggio... pelle d'oca!!!! Impagabile, tutta la fatica valeva solo questo! Ancora inebriata dall'emozione, siamo fuori... la fatica si riaffaccia più prepotente di prima, ma questa volta vedo il ristoro! Acqua!!!! Io e il mio socio ci buttiamo sulle bottiglie. Bevo e intanto penso 'manca 1km... dai cazzo!' però questa volta le mie gambe non ne vogliono sapere di ripartire... per un attimo accarezzo l'idea del 'ritiro'... poi mi sento una mano sul gomito che mi sollecita 'dai forza, dobbiamo andare'... il mio socio... aveva già ripreso, e con uno sforzo assurdo ricomincio a correre... non c'era più un appoggio che non mi facesse male a livello dei glutei... e considerando pure il mio 2do giorno di ciclo, non ne avevo davvero più... entriamo in un vialone e alla fine vediamo il gonfiabile dell'arrivo 21.100 ... dai che ci siamo... il mio socio si ferma e dice 'basta...' e da dove mi sia uscita non lo so 'dai non ti fermare! andiamo piano ma non ti fermare!'... ha imprecato e ha ripreso... ogni falcata, un dolore ma a quel gonfiabile ci siamo arrivati!!!! Passato il traguardo un veloce sguardo con il mio socio, di un enorme grazie! E poi un susseguirsi di emozioni, euforia, commozione... la prima telefonata a Carlo 'arrivata! Zompo sulla prima navetta!' La seconda all'Ale...'ce l'ho fatta! 2.03.15... non avrei mai creduto... visto i pochi km degli ultimi 2 mesi!' e son partita con la lista degli errori e lui 'brava! Sei arrivata! Nella prima bisogna solo arrivare! oggi goditela!'... 2.03.15 c'è da lavorare... ma la medaglia l'ho tenuta tutto il giorno e ad ogni quesito in merito rispondevo 'medaglia medaglia medaglia!!! alla Muttley, per i nostalgici!